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La lampada è vista come occasione per un gesto creativo che possa esprimere l’invisibile. In un lume, piccolo disco convesso di latta e filtri colorati, l’artista ha ritrovato una forma essenziale legata alla sua infanzia. Un’ala trasparente, nel contempo oscura e colorata, come fosse la luce di un «Angelo necessario che sempre torna e protegge»; un’ala simbolica, una sorta di diaframma tra ciò che c’è e ciò che non c’è. Una vibrazione vitale che è rappresentata dal lume che quotidianamente si deve ri-illuminare, per  ritrovarsi e riconoscersi. Il candelabro è realizzato in vetro di Murano con l’artista del vetro Laura Morandotti.