L’edificio occupa tutto un lato dell’attuale Vicolo Salomone Olper, già Via degli Israeliti. Un tempo questa stradina non era di transito, e per raggiungerla bisognava percorrere cortili, passaggi e corridoi lungo un percorso nascosto. Anche la sinagoga non ha mai avuto una facciata e l’ingresso è sempre avvenuto dal cortile interno. Questo perché fino al 1848 era vietato che le sinagoghe fossero riconoscibili dall’esterno e avessero diretto accesso dalla pubblica via.
Nel tempo oltre alla sinagoga, al Museo degli Argenti, al Museo dei Lumi, alle esposizioni fatte in Sala Carmi, ai numerosi concerti, rappresentazioni teatrali e presentazioni di testi e poesie, si è fatto strada un altro importante strumento di sviluppo e di relazione: l’arte visiva e contemporanea, la quale interagisce, anche in maniera permanente, con la struttura architettonica e con chiunque l’attraversi.
Oltre al complesso ebraico la presenza sul territorio è testimoniata da due cimiteri (uno dei quali antico e non più in uso) e dal ghetto ancora parzialmente riconoscibile dalla conformazione degli stabili e da un cardine visibile in Via Alessandria.