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L’opera, realizzata in tecnica mista – ceramica gres, con cottura a terzo fuoco per i colori oro e platino -, utilizza una piastrella industriale inserita in una teca lignea con funzione di supporto. Lo shammash, rappresentato da un lume in cera, è posizionato alla base. Il lavoro dell’artista è riconducibile pressoché sempre alla poetica del «mare»: per simboleggiare le otto luci necessarie alla consacrazione di Chanukkah, l’autore ricorre, ad esempio, all’immagine delle gomene. Le catene, cifra stilistica costante nel suo lavoro, segnano la continuità tra il testimone-shammash e la luce della Festa.