L’identità ebraica della città più piccola d’Italia
Da Asti o Casale si arriva in questa città, la più piccola d’Italia, arroccata in collina. Camminando negli stretti vicoli medievali, con negozietti di ogni tipo, si sale in cima dove si apre l’ampia piazza. È una terrazza sospesa con un belvedere che domina il Monferrato Aleramico, contornata da spesse mura e ampi fossati di origine difensiva trasformati in strade, e con i resti delle torri a testimonianza del castello.
Osservando gli edifici che si affacciano sulla piazza, non sfuggirà una modesta facciata con una scritta in caratteri ebraici. I curiosi di passaggio, vedendola e chiedendo alle persone del luogo, si sentirebbero dire che è “la chiesa degli ebrei”. L’iscrizione è in ebraico, e conferma la funzione che questo edificio ha rivestito. La sinagoga si trovava in piazza e lì vicino, dietro due stretti vicoli, dal 1732 al 1848 si chiudevano i cancelli del ghetto di Moncalvo.
La presenza ebraica a Moncalvo sopravvive nella memoria. Gli ebrei hanno lentamente abbandonato questo insediamento, fino a scomparire. Solo i muri, con il loro silenzio, e gli epitaffi sulle lapidi del cimitero continuano a testimoniare della vita di una realtà ebraica influente in Moncalvo. La sua eredità culturale, tuttavia, è ben raccolta dai cittadini e del Comune di Moncalvo, che mantiene una attenzione alta su questo capitolo della storia del territorio e relazioni a carattere culturale e diplomatiche, con soggetti interessati dal tema.
La comunità ebraica di Moncalvo è stata annessa, con la Legge Falco, a quella di Casale Monferrato nel 1931, con la conclusione delle pratiche operative nel 1932. Il cimitero ebraico di Moncalvo è gestito dalla Comunità ebraica di Casale Monferrato.